Federica Moretti, nata a Modena nel 1983, ha fondato Huma nel 2017 dopo anni di lavoro con maison come Borsalino, Jil Sander e MSGM. Ha studiato allo IED di Milano e alla School of Visual Arts di New York, dando forma a un linguaggio di design che rifiuta l’ovvio. Fin dall’inizio, Huma non è mai stata pensata come una collezione di montature statiche. Ogni asta porta un piccolo intaglio circolare progettato per accogliere charms intercambiabili, dalle perle ai cristalli, dalle catene fino a ciocche di capelli. Ogni dettaglio è realizzato a mano nelle Marche, un approccio che mette il saper fare italiano al centro del design contemporaneo.
Dove la forma incontra la superficie
La collezione Huma è definita dalla geometria. Rettangoli oversize, cat eye affilati con lenti piatte e rotondi minimalisti si presentano in nero, tartaruga, avorio e tonalità marine profonde. L’H021 è diventata la prima montatura unisex, costruita attorno a cerchi perfetti e lenti ultra piatte. La Tojo è una montatura rettangolare snella che sfiora il futurismo, mentre la Lee si ammorbidisce in una silhouette a maschera con intagli a mezzaluna sulle aste. Ogni pezzo mantiene un equilibrio tra forma grafica e finitura superficiale, una disciplina di proporzioni che li rende tanto architettonici quanto decorativi.
Huma ha già calcato i palcoscenici principali della moda. Le montature sono apparse in passerella alla Milan Men’s Fashion Week, scelte per accompagnare la collezione di Dhruv Kapoor, dove la misura contava più dello spettacolo. Sono state indossate anche al Festival di Sanremo durante la reunion dei The Kolors, a ricordare che l’occhialeria può essere complice nei momenti culturali più che semplice dettaglio accessorio. Questi sono oggetti che giocano con presenza e assenza, capaci di fare dichiarazioni senza imporle.
"As an eyewear brand we want to reflect and embrace the creativity and extravagance of the industry. Our goal is to amaze our clients and make them feel special in every way possible."